23 giugno 2009

Tecniche di seduzione


Non sto parlando del libro di De Carlo, ma dell’ultima gaffe collezionata.
Oggi sono andata a salutare la nonna che partiva per il mare che, come quando ero piccola, mi ha dato i soldini per andare a comprare il gelato nel bar sotto casa.
Il bar sotto casa della nonna, tanto per farvi capire, è il tipico bar dello sport. Chi gioca a carte, l’alcolista che tracanna grappini, l’alternativo con il cane. Entro, si girano tutti e scende il silenzio.
"Tre coppette e un cornetto, grazie."
Devo trovare un modo per evitare l’imbarazzo e gli sguardi. Mentre abbasso gli occhi, vedo il cane. Un amore, occhi dolcissimi, “E’ buono, non ti preoccupare” mi dice il padrone. Lo accarezzo, lui mi annusa, ed è un attimo, si aggrappa alla gamba.
Mi svincolo e pago al volo.
Devo affinare le mie tecniche di seduzione.

12 giugno 2009

Partenze


Scappare dalla routine quotidiana per un week end a Parigi con le amiche, non ha prezzo. L'importante è non dimenticare la carta di credito.

Venerdì mattina. Mi sveglio già con l'ansia, perchè ho ricevuto un raccomandata da ritirare, di quelle che però sai, dal colore, il timbro, che sono portatrici di sventure. Passo dalla posta, e scopro di dover pagare 900 euro di sanzione, per un accertamento fiscale dell'anno 2004. Anno in cui ho percepito un borsa di studio da stagista di ben 7400 euro lordi. Mentre esco dal commercialista piove...sava san dir...governo ladro. Ora mi immagino le ore di lavoro perse, per stanare questo evasore. Viva il precariato e viva l'Italia.
Non importa. Sto per partire per Paris. Sono le 3, mi fiondo a casa e finisco di fare la valigia, il treno partirà fra due ore, la lavatrice ha finito, stendo e poi mi rilasso un secondo.
Aprò l'oblò, e lo tsunami mi travolge. Filtro otturato. Risultato, trascorro le successive due ore ad asciugare il pavimento del bagno e del corridoio che alla fine dell'operazione è lucido come il Salone degli specchi di Versailles, nell'aria una fragranza di Coccolino penetrante, insomma, l'incenso al patchouli è sicuramente più d'effetto, ma posso volare in stazione.
La mia compagna di viaggio mi aspetta, un caffè e saltiamo sul TGV. Arrivo previsto in tarda serata. Abbiamo posti distanti prenotati, ma corrompiamo il nostro vicino con sorrisi e occhi da gatte, lui si sposta, ringrazia e se ne va. Girls power.
Nel vagone ristorante un quarantenne toscano tiene banco, raccontando le sue esperienze mondane. Intercala le frasi, con parole con smaccato accento anglosassone. Sostiene di parlare americano fluente. Attacca bottone chiedendo: "do you speak English? Italiano?". Ci guardiamo. Facciamo finta di non capire. Ci avviciniamo al bancone per un caffè. L'addetto, occhialini, sguardo truce, impreca al telefono."Li ammazzo tutti! Tutti! donne, vecchi, bambini!!! Sono solo numeri, posti a sedere". Ci guarda. Attacca. Psyco è tutto nostro.
Ritorniamo a sederci. Il viaggio vola e siamo in prossimità dell'arrivo. Tiro giù la valigia e mi accorgo che il ragazzo di fronte a me, mi guarda come se avesse visto un'apparizione. Sguardo fisso, mezzo sorriso, aria sognante. Mi guardo in giro. Si, si, guarda proprio me. Faccio l'aria indifferente. Mi piego a prendere la borsa e scopro di avere metà reggiseno in vista. Mi sistemo. Niente da fare, gli ultimi dieci minuti di viaggio li passo con il mio fan in adorazione. 1000 punti di autostima.
L'hotel nel quartiere Marais è carino, tutto mignon. Ingresso, camere, ascensore, bagno. Li ci riuniamo con le altre due amiche di avventure. Non le conosco, ma raramente mi è capitato di essere così rilassata in un viaggio con altri. Il sabato piove e fa freddo, ma per la prima volta riesco a godermi Parigi. Shopping, buon cibo, tempi dilatati. Nota di redazione: anche Obama è in città.
La sera ci imbuchiamo ad una inaugurazione di un appartamento vista Louvre, 180 metri quadri, di un giovane architetto italiano. Ci fermiamo poco, il tempo di vedere, curiosare, appartenere per un attimo a quel mondo così trendy e fashion. Ma le dodici ore di camminata pesano, o forse l'età, o forse...non indaghiamo, è sicuramente stanchezza. La domenica spunta anche un po' di sole. Scopriamo Belville e i Quais. Passeggiamo, compriamo formaggi e patè. Dobbiamo rientrare. Nessuna voglia. Pensiamo già alla prossima meta: Instanbul. In autunno.
In Italia si vota. Mi viene l'ansia, avevo deciso di non farlo, ma per me è peccato mortale. Rientrati a Torino riprende la corsa. Ho solo un ora. Alla fine ci riesco. Mi sento bene.
Saluto con le lacrime gli ultimi 14 anni. Non riesco a dire nulla. Non saprei cosa. E' un sapore dolce amaro.
Entro in casa, il profumo di ammorbidente mi avvolge e mi faccio una lunga doccia. Sono pronta a ripartire...