27 novembre 2009

Aspettando dicembre


Sto andando in ufficio con l'aria di chi sta passaggiando nel braccio della morte. La visibilità è minima, causa nebbia, il che non è poi male, lavorando in zona industriale cancella un po' di quel grigio panorama fatto di tristi capannoni che costeggiano la strada. Di solito l'unica è guardar dritto, verso le montagne che sono sempre uno spettacolo, ma oggi a mala pena riesco a vedere la targa dell'auto di fronte a me. Guardo in alto, e sulla punta di un ramo ormai secco e spoglio di un albero, vedo un piccione grasso che si diverte a dondolarsi, come fa a stare in equilibrio è un mistero, ma si diverte un sacco. Intanto mi accorgo che quello dietro di me si è attaccato al clacson e mi sta guardando come per dire "la solita donna impedita...starsene a casa a fare la calza no?" Non ho la forza neppure di arrabbiarmi. Riparto. Magari tesoro, magari, a casa me ne starei volentieri.
Anche perchè in questi giorni, si dorme poco, ho scoperto che i vicini oltre all'home teatre hanno seri problemi coniugali, quindi se non una, due volte alla settimana andiamo in onda con "C'eravamo tanto amati", primo o poi mi compro i pop corn e chiedo se mi posso sedere in poltrona a godermi lo spettacolo, poi chiedo il rimborso del correttore, che va via come il pane, considerando che al mattino mi sveglio con gli occhi cerchiati come Kong Fu Panda.
Speriamo nel Natale che ormai si avvicina, aspetto le ferie e mi auguro che i sigg. qui vicino riescano a respirarne un po' d'atmosfera, così magari ci riposeremo un po'.